Dall’esperienza diretta a scuola e dal confronto con gli insegnanti
I nostri percorsi del progetto “Educare all’organizzazione” che come Organizzare Italia portiamo nelle scuole, mettono in evidenza senza dubbio, quanto le competenze organizzative siano assolutamente necessarie per tutti, ma specialmente nella fascia dell’età adolescenziale; in quel momento della loro vita, infatti, i ragazzi tra i 12 e i 19 anni manifestano un disorientamento generale rispetto alla personale gestione della quotidianità. Da una osservazione superficiale si può pensare che è normale che sia così, è risaputo infatti che quell’età sconvolge un po’ tutto; ma se andiamo un po’ in profondità è bene che conosciamo meglio cosa accade al loro cervello in quel tempo così temuto.
Se da una parte l’adolescente si sente più forte nel fisico, fa esperienza di essere più performante in diverse attività, fa enormi progressi nello sport e nelle arti in generale, dove si applica scopre una resistenza notevole anche alla fatica; dall’altra parte però il suo sistema nervoso lo mette in seria difficoltà, diventa più spericolato, cerca il rischio, è più impulsivo. La neuroscienza ci dice infatti che il sistema nervoso in questa fase si avvia a maturazione, ma lo fa con una modalità che certamente destabilizza il nostro soggetto.
Avviene un processo di fisiologica morte cellulare, detta anche “pruning”, cioè potatura delle sinapsi, quelle microstrutture dove avvengono le trasmissioni dei segnali nervosi. È una specie di selezione naturale dove vengono eliminate sinapsi e neuroni non utilizzati. Pare che tutto ciò sia il modo migliore che la natura mette in atto per fare spazio al nuovo, come se volesse chiudere un capitolo della vita e aprirsi ad uno nuovo dove è necessario ci sia posto per nuove esperienze. C’è da credere che sia così, infatti solo verso i 20 anni e oltre, si ritrova un certo equilibrio e anche la corteccia prefrontale giunge a maturazione, controllando il comportamento emotivo e cognitivo.
Per sintesi riporto qui una frase che rende l’idea, l’ho estrapolata da un interessante articolo di Stefano Canali, Ricercatore dell’Area Neuroscienze e del Laboratorio Interdisciplinare per le Scienze Naturali e Umanistiche della Scuola Internazionale di Studi Superiori Avanzati – SISSA – Trieste.
“In sostanza, dunque, gli adolescenti si trovano a condurre una macchina emotiva molto più veloce e potente di quella che guidano gli adulti con un impianto frenante molto più piccolo e con pezzi non completamente assemblati. Ciò spiega alcuni degli aspetti peculiari del comportamento in questa età, come l’elevata reattività emozionale, l’impulsività, la sottovalutazione dei rischi, la ricerca del piacere a breve termine.”
Ecco allora spiegato perché troviamo i nostri ragazzi così confusi e poco organizzati. Mentre sono in classe con i nostri progetti mi capita spesso di confrontarmi con gli insegnanti e conveniamo sempre che le competenze organizzative sono di grande aiuto in questa fase così delicata; esse infatti forniscono ai ragazzi degli strumenti per appoggiarsi nella fase di instabilità che vivono; servono loro per affidare a pratiche strategiche, ciò che faticano a controllare.
Questo vale per la capacità di pianificare, come per l’allenamento dell’attenzione e per tanto altro. Si evidenzia che acquisire abitudini organizzative supporta questo passaggio di vita e crea come una mappa da seguire per non perdersi.
Un altro vantaggio abbiamo individuato: essendo l’adolescente incline al piacere, al comodo ed alla soddisfazione nell’immediato, è opportuno offrire quelle modalità organizzative che siano motivazionali e quelle azioni che portino risultati evidenti da subito; in questo le abilità organizzative sono perfette, perché evidenziano un vantaggio ed un risultato concreto. Certamente poi vanno perseguite nel tempo, ma non si può dire che applicandole non diano soddisfazione immediata, soprattutto attivano quel circolo di ricompensa così motivante per il nostro cervello.
Lo dice meglio Stefano Canali in questo altro estratto del suo articolo:
“Gli studi di dimostrano che l’utilizzo di ricompense durante compiti cognitivi e di controllo del comportamento negli adolescenti – in misura molto più marcata che negli adulti -, aumenta l’attività dei sistemi della ricompensa e contemporaneamente l’attività dei centri cerebrali che mediano l’autocontrollo e le funzioni esecutive.”
In conclusione direi che dobbiamo provarci assolutamente ad allenare le abilità organizzative negli adolescenti, se non altro per tentare di dar loro quanti più strumenti possibili per progettare il loro futuro.
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