All’inizio di ogni anno scolastico, ogni buon Dirigente d’Istituto, insieme ai propri Docenti, redige un piano formativo e didattico; propone una traccia lineare da seguire per la durata di tutto il periodo. Nell’ultimo mese ho sentito da più parti l’intenzione di far riflettere bambini e ragazzi, sul senso civico, sulla responsabilità di appartenere ad una comunità civile e conseguentemente adottare i comportamenti adeguati. Decisamente un ritorno a valorizzare l’Educazione civica.
Proprio in queste settimane ho iniziato in diverse classi di scuole secondarie di 1° e 2° grado, i Progetti “Educare all’organizzazione”, creati e promossi da Organizzare Italia, ed ho riscontrato grande affinità tra le buone abitudini organizzative e l’educazione civica.
Capisco che ad un primo approccio possa sembrare una forzatura, ma a ben guardare ci sono davvero strategie organizzative che promuovono nei ragazzi, uno stile di vita auspicabile per ogni cittadino di oggi e di domani.
Entriamo nel vivo: nell’insegnare a bambini e ragazzi le abilità organizzative, grande valenza ha la presenza del prossimo, ovvero tutte quelle persone con cui il bambino o ragazzo condivide tempo, spazio, oggetti, luoghi; perciò non solo la famiglia, ma anche la scuola, gli spazi sportivi o pubblici, tutta l’intera società o comunità civile.
Credo che tutti ricordiamo “La teoria del finestrino rotto” (ricerca di Psicologia Sociale del 1969 condotta dal Prof. Philip Zimbardo dell’Università di Stanford) che non sto qui a dettagliare, ma che ci conferma quanto acquisire abitudini ordinate, rispettose della legge e delle regole sia condizione alla base della convivenza umana, in modo civile e socialmente accettabile.
Ma voglio entrare ancor più nel dettaglio. Nei miei corsi in aula insegno la gestione del tempo: riflettiamo su quanto sia fondamentale per i giovani imparare a gestire bene il proprio tempo rispettando anche quello degli altri, di tutte le persone che si prendono cura di loro o che li stimolano all’autonomia. Senza questo rispetto ci sarebbe una prevaricazione del “mio” tempo sul tuo, condizione di conflitto per organizzare qualsiasi attività.
Proseguo nei nostri corsi insegnando la gestione dello spazio: osserviamo come sarebbe impossibile qualunque convivenza in casa, a scuola, nello sport, nel tempo libero, se non educassimo al rispetto dello spazio degli altri, della loro possibilità di usufruirne come noi, in modo agevole proprio perché è mantenuto pulito, ordinato, funzionale e condivisibile.
Spesso mi accaloro in classe quando tratto la fondamentale importanza delle buone abitudini, delle routine: comprendiamo subito che le cattive abitudini non danneggiano solo chi le intraprende, ma mettono in grave difficoltà anche le persone a loro più prossime.
E come non notare la grande affinità tra educazione civica e gestione degli oggetti, delle cose di ogni giorno, del materiale scolastico e non solo: è lampante come la scelta di cosa e quanto possedere possa ricadere sul rispetto degli altri, di chi ha meno possibilità e addirittura, quando si cade nella logica dello scarto, la ricaduta sulla salvaguardia della natura è fin troppo evidente.
Con queste riflessioni mi sento onorata di poter contribuire, attraverso i nostri progetti, all’educazione civica delle nuove generazioni. Affrontiamo anche altri argomenti che spesso sono spunto per far riflettere i ragazzi sul loro comportamento in relazione alla realtà in cui vivono, ma credo che già questi esempi ci confermano quanto sia fondamentale soffermarsi in questa “anticamera” delle competenze organizzative, per poi passare nella più grande “aula della vita” dove essere responsabili per noi stessi e per gli altri.
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